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Ma quale attività motoria

Stralcio da tesi di Laurea: YOrassic Sport: La cittadella dello sport per l'infanzia.

 

“Dai ragazzi che vinciamo, altrimenti domani ognuno di voi, per punizione, farà 100 piegamenti sulle braccia”: qualcuno era presente quando un allenatore si è rivolto ai propri atleti in questi termini?

“Dai Carlo che ce la fai, ma se perdi, stasera niente cena”: è mai capitato di sentire un genitore rivolgersi al proprio figlio in questi termini?

 “Picchialo, falcialo, sgambettalo, fagli sputare sangue”: è raro assistere ad un pubblico che inneggia taluni comportamenti?

“Papà, mi piacerebbe andare a scuola nuoto con Carlo, m’iscrivi?”, esorta rassegnato il bambino cosciente che, in ogni modo, la sua famiglia non potrà permettersi di pagare la quota d’adesione al “Club”.

“Mamma, anziché al parco giochi, possiamo andare a trovare Pietro in campagna dove posso salire sugli alberi, saltare le pozzanghere, guadare il rivo e rincorrere le galline?”, esorta rassegnato il bambino cosciente che, in ogni caso, vivendo in città dovrà accontentarsi del “Bunker-giochi” di fronte casa (ed anche in questo caso sarà fortunato).

Dal 1978 sono impegnato a contribuire ad una sana diffusione della motricità di base, non proposta da “allenatori” (quelli che danno un carico fisico e, quindi, allenano), ma da “istruttori preparati”, possibilmente "qualificati" presso gli ISEF o le facoltà di Scienze Motorie, in grado di proporre “lezioni, dove l’obiettivo è il carico motorio e, quindi, lo sviluppo delle qualità coordinative”.

Da anni auspico di assistere ad una manifestazione sportiva giovanile dove tutti i genitori presenti sono attenti a sostenere i propri figli ed anche i loro avversari (di gioco), e che lo facciano con competenza, particolarmente nei momenti di difficoltà, rendendo volatili gli effetti di un errore (in ogni modo non voluto) o di una sconfitta (assolutamente non desiderata), sottolineando tutte le positività che si svelano durante l’evento, da chiunque sia il bambino partecipante.

Sogno un mondo in cui ogni bimbo abbia l’opportunità di “agitare la propria immaginazione”, sperimentare la propria “fantasia motoria”, esternare le proprie abilità e tutto il possibile entusiasmo.

Questo è l’augurio che rivolgo a tutti quei bambini verso i quali con questo lavoro ho assunto il mio convintissimo ed irrevocabile impegno.

Questo lavoro é diventato un sogno: realizzare una struttura di accoglienza dello sport che verrà dedicata ai miei genitori CLARA e FALINO: il PALAFALINO&CLARA.

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